Ogni Alpino è orgoglioso di appartenere a questa famiglia, per tradizione e radici montanare, valore, patriottismo, disponibilità a porgere aiuto dove capita, sempre pronto a mano tesa…
Varallo, 24 Settembre 1922, data memorabile. È la costituzione ufficiale della Sezione Valsesiana.
Da Ivrea giunge a Varallo, accompagnato dalla scorta d’Onore il Labaro del Monrosa offerto dalle Dame varallesi.
Al Teatro Civico, alla presenza del Colonnello Pattoni in rappresentanza della Sede Centrale A.N.A. di Milano, avviene la cerimonia di nomina del Consiglio Direttivo. Primo Presidente l’Apino Eugenio Rappa, diciassette i Soci fondatori.
Dal Monte Rosa alle colline di Gattinara, dalla Res al Monte Barone, tutta la Valsesia e la Valsessera è un fiorire di entusiasmo, tutti sono orgogliosi e felici di ritrovarsi riuniti nella neonata Sezione.
A quel tempo si era ancora nell’atmosfera cupa, nel grigiore della mentalità passiva e retrograda del primo dopoguerra. Ci voleva l’Associazione per infondere nuova linfa …
Gli alpini, si sa, sono un po’ come i muli, testardi. Così a testa bassa, con volontà pari al duro granito dei nostri monti, poco alla volta tutto prende corpo. Sorgono i primi Gruppi: Scopello e Borgosesia sono le avanguardie di punta. Nel 1925 i gruppi sono sette; nel 1926 sono nove con 326 iscritti. Quasi 500 negli anni ventisette/ventotto; 600 nel 1929. Nel 1932 il presidente Giuseppe Giannini invalido della guerra 15-18 conta la forza: 900 Penne! Nel 1934 i Gruppi sono diciotto con 1037 iscritti. Il Comm. Giusti, Aiutante Maggiore del decimo Reggimento Apini in congedo cita all’ordine del giorno con nota di encomio la Sezione Valsesiana.
Alle Adunate Nazionali la Valsesiana è sempre presente con il glorioso Vessillo ed il vecchio cartello in legno che apre lo sfilamento.
Gli Apini sono fratelli tra i fratelli; il simbolo di tanta unione è la penna infilata nella mappina del cappello che, consegnatagli all’arruolamento, lo seguirà per tutta la vita.
Quegli sparuti gruppi del ’25, sono saliti nel 2000 a 47 e la Sezione Valsesiana può contare su una forza di 2250 Alpini, 536 Patronesse e 159 Amici. Un vanto di solidarietà!
Oggi che i sistemi organizzativi sono mutati rispetto ai tradizionali; i muli sono stati sostituiti dalle “carrette meccaniche”; oggi che constatiamo l’abbandono dei villaggi montani, oggi che tutto vule essere all’insegna della tecnologia e dell’elettronica, che cosa prospetta il futuro? Auspichiamo nella continuazione della razza alpina che sempre si è dimostrata laboriosa e tenace nel mantenere le nostre tradizioni.
Questa sommariamente, è un poco della storia e della vita della Sezione Valsesiana. Noi, eredi di questo patrimonio e di questi valori, siamo fieri di essere i continuatori di una stirpe che ha voluto e ha saputo trasmetterci questa lezione di educazione civile.
I nostri Decorati
Ad onore e ricordo degli atti eroici compiuti dagli Alpini della Sezione Valsesiana
Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria - Alpino Mario Bonini
Nel gennaio del 1941 gli Alpini del battaglione sciatori Monte Cervino si sono trovati ad operare in terra di Grecia.
Mandati allo sbaraglio senza armi d’accompagnamento, sono stati decimati nel giro di due soli giorni, pagando così un elevato tributo di sangue.
Ed è stato là, sui monti Trebescini che Mario Bonini, di Cellio, un ragazzo come tanti altri, sulla cui giovinezza cadde la disavventura della guerra, ha scritto una limpida e splendida storia alpina, la più gloriosa per la nostra Sezione Valsesiana.
Di animo semplice, per certi aspetti persino introverso, dotato di una sensibilità certamente non comune e di una innata generosità, ha saputo immolare la propria giovane vita con un gesto che, ancor prima dell’eroico, presenta un elevatissimo contenuto umano, contenuto che neppure la freddezza burocratica della motivazione riesce a nascondere.
“Attendente di un ufficiale comandante di un posto avanzato attaccato da forze nemiche preponderanti, visto cadere il tiratore di un fucile mitragliatore, prendeva coraggiosamente il posto del compagno e, incurante del fuoco avversario intenso e micidiale, riprendeva il tiro; ferito ripetutamente, prima al viso e poi a una gamba, soffocando con indomito valore il dolore delle ferite, continuava intrepidamente il fuoco; visto cadere, poco lontano, il proprio ufficiale, raccogliendo in un ultimo sforzo tutte le energie rimastegli, si trascinava fino a lui per soccorrerlo, ma, colpito per la terza volta, si abbatteva morente accanto alla salma del superiore coadiuvandone l’eroico destino, esempio di eroismo purissimo, di abnegazione insuperabile e di assoluta devozione”
Quota 1514 Mali Trebescines, 29 gennaio 1941
Questa medaglia d’Oro, che tanto lustro dà al nostro Vessillo, rende noi, Alpini della Valsesiana doppiamente orgogliosi, sia per il profondo significato di consacrare l’eroismo in guerra, sia per l’ancor più profondo significato di consacrare un purissimo gesto d’altruismo dal grande contenuto umano, che lascia intravvedere ciò che l’Alpino è capace di fare in tempo di pace, animato sempree comunque da quello spirito di fratellanza e di solidarietà umana di cui gli Alpini sono depositari e gelosi custodi.
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Generale di Corpo d'Armata Bruno Gallarotti
Il generale Bruno Gallarotti nacque a Novara nel 1915.
Valsesiano autentico, percorse tutta la carriera militare nelle Truppe Alpine fino a raggiungere la prestigiosa carica di Comandante del IV Corpo d’Armata Alpino.
Ufficiale d’Artiglieria Alpina, partecipò alle operazioni di guerra del Fronte Occidentale, in Albania ed in Russia, per le quali gli vennero conferite due Croci di Guerra ed una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Catturato dopo l’8 settembre, dai tedeschi fu internato in ben cinque campi di prigionia e solo nell’agosto 1945 rientrò finalmente il Patria.
Da Comandante della Tridentina volle che la Brigata assumesse il motto “Tridentina avanti!” a ricordo dell’ordine dato dal generale Reverberi agli Alpini a Nikolajewka.
Durante il disastro del Vaiont fu il primo ad armare i suoi Alpini di pale e picconi a soccorso della popolazione colpita.
Fu comandante della Scuola Militare Alpina e all’attività militare abbinò una intensa pratica sportiva, a testimonianza della sua grande passione per la montagna
A coronamento di una brillante carriera fu insignito dell’Ordine del Cardo.
Gallarotti fu espressione della nostra cultura montana.
La sua figura esprime nel migliore dei modi l’anelito, l’entusiasmo ed il senso del dovere con cui migliaia di Alpini valsesiani hanno con fierezza servito la patria.
La Medaglia d’Argento al Valor Militare fu concessa sul campo al Capitano s.p.e. del 2° Artiglieria Alpina Tridentina con la seguente motivazione:
“Comandante di batteria di Artiglieria Alpina rivelava, in ripetuti combattimenti ed in marce estenuanti, eccezionali qualità di trascinatore e animatore. Sempre primo ove maggiore era il pericolo, sempre efficace nei rapidissimi interventi, sempre calmo anche sotto i più duri bombardamenti e mitragliamenti, era l’anima del suo reparto che stretto intorno a lui si confermava uno strumento di guerra di rara efficienza. In aspri combattimenti alla testa della sua batteria, sotto intenso fuoco nemico, piazzava i suoi pezzi allo scoperto vicinissimo al nemico cui distruggeva, con tiro rapido ed aggiustato, le ultime resistenze.”
Medio Don (Russia), 17/26 gennaio 1943
L’allora Capitano Gallarotti, riuscì, con freddezza, mantenendo ferrea disciplina, a portare fuori dalla sacca di Nikolajewka la propria batteria integra nei suoi tre pezzi.
Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria - Alpino Plinio Croso
In circostanza analoghe a quelle di Mario Bonini, cadde, il 22 novembre 1917 a Meletta Davanti l’Alpino Plinio Croso di Serravalle Sesia, Zappatore del 4° Reggimento Alpino.
“Costante mirabile esempio di fermezza e coraggio, sotto il vivo fuoco di mitragliatrici si spingeva fin presso i reticolati avversari per trarre in salvo il proprio Tenente gravemente ferito e lasciare egli stesso lavita nel compimento dell’atto generoso.”
Meletta Davanti, 22 novembre 1917
Soldato valoroso, Plinio Croso era già stato insignito sul campo di due Medaglie di Bronzo al Valor Militare.
“Da una posizione retrostante dove era di rincalzo col proprio Reparto, nel momento in cui più terribile ardeva il combattimento, con grande freddezza d’animo, si lanciava a portare bombe a mano ai militari più avanzati della Compagnia impegnata, e non ritornava al suo posto se non dopo averle tutte distribuite, sotto il fuoco violento del nemico e lo scoppio delle mine.
Costone Vrsic, 20 ottobre 1915
“Durante l’azione, col suo sereno contegno destava l’emulazione fra i suoi compagni accorrendo sempre primo ove più ferveva la mischia, catturava prigionieri.”
Bodrez, 15/17 maggio 1917
Medaglia d'Argento al Valor Militare - Alpino Gilberto Cerutti
Andato avanti nel 2009, l’Artigliere Alpino del 1° Reggimento Artiglieria Alpina Gilberto Cerutti di Grignasco si guadagnò l’onorificenza in terra di Montenegro per l’abnegazione dimostrata continuando a combattere benché ferito. Nel suo medagliere anche tre Croci al merito di Guerra e la Medaglia dell’Ordine Interalleato per la lotta in Jugoslavia.
“Durante un violento attacco contro preponderanti forze motorizzate tedesche, si slanciava tra i primi nella lotta. Gravemente ferito, continuava il fuoco per permettere ai compagni di portare in salvo un’arma automatica. Rifiutava poi di essere trasportato in luogo di cura preferendo trascinarsi faticosamente al seguito dei compagni per non allontanarsi dal proprio reparto.”
Podpec (Montenegro), 6 dicembre 1943
Presidenti della Sezione “Valsesiana"
1922/1923 – Eugenio Rappa
1923/1924 – Camillo Fuselli
1924/1929 – Giuseppe Rachetti
1929/1932 – Camillo Fuselli
1932/1932 – Giuseppe Giannini
1932/1955 – Mauro Italo Mazzone
1958/1963 – Luciano Depaulis
1963/1981 – Franco Francione
1981/1988 – Mario Luigi Cerutti
1988/1994 – Paolo Barbonaglia
1994/2006 – Marco Zignone
2006/2013 – Gian Piero Rotti
2014/2017 – Gilberto Fava Camillo
2017/ …. – Mora Gianluigi